Nel 1688, durante la sua laurea in medicina a Basilea, Johannes Hofer presentò una tesi incentrata sulle sofferenze fisiche e psicologiche osservate nei militari svizzeri, nei domestici che avevano lasciato il loro paese e negli studenti che studiavano lontano da casa. A quel tempo, era comune creare nuovi termini per definire concetti inediti, e fu così che Hofer coniò "nostalgia" dal greco nostos (ritorno a casa) e algos (dolore), descrivendola come la "tristezza causata dal desiderio ardente di tornare alla propria terra".
Hofer difficilmente avrebbe potuto prevedere che questa malattia, fino ad allora non riconosciuta, avrebbe gradualmente perso il suo significato medico originario per diventare un fenomeno culturale diffuso, trasformandosi in una delle sindromi più rappresentative dei tempi moderni.
La mostra esplora la nostalgia attraverso più di 120 opere, tra dipinti, sculture, arti decorative, grafiche e libri illustrati, creando un percorso che si snoda dal Rinascimento fino ai nostri giorni. Questa rassegna artistica illumina le varie manifestazioni della nostalgia, tracciandone l'evoluzione, evidenziando archetipi e figure chiave, e mostrando come questa emozione si sia trasformata in un sentimento ambivalente che tocca sia l'individuo sia la collettività.
Articolata in undici sezioni tematiche, l'esposizione analizza le diverse rappresentazioni della nostalgia nella storia dell'arte, esplorando sia le trasposizioni iconografiche sia i riferimenti a personaggi storici come Ulisse, Enea, Demetra e Persefone, Dante, Foscolo, Byron, Leopardi, Piranesi e Mazzini, mostrando come essi esprimano la complessità di questo sentimento.