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Milano celebra Pellizza da Volpedo

lunedì 08 Dic 2025
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Milano celebra Pellizza da Volpedo: “I capolavori” alla GAM

Milano celebra Pellizza da Volpedo dal 26 settembre 2025 al 25 gennaio 2026, la GAM – Galleria d'Arte Moderna di Milano (Via Palestro 16, Villa Reale) ospita la grande retrospettiva Pellizza da Volpedo. I capolavori, un omaggio atteso da più di un secolo: l’ultima mostra interamente dedicata all’artista risale al 1920. 

Curata da Aurora Scotti e Paola Zatti, l’esposizione ricostruisce con cura e respiro ampio l’intero arco creativo di Pellizza: dalle sue prime opere realistiche, fino alle ricerche divisioniste e simboliste più mature. 

Un percorso completo — oltre “Il Quarto Stato”

La mostra riunisce circa quaranta opere — dipinti e disegni — provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e straniere.
Suddivisa in sezioni tematiche, l’esposizione conduce il visitatore dalla formazione giovanile di Pellizza a Volpedo, attraverso l’evoluzione tecnica e stilistica, fino al momento di piena maturità. 

Nel percorso si può apprezzare non solo l’opera più celebre — Il Quarto Stato — ma anche dipinti meno noti, studi, bozzetti, paesaggi, ritratti e tavole simboliste, per restituire la complessità di un artista troppo spesso ridotto a un’unica tela. 

Un’occasione per (ri)scoprire un “classico della modernità”

La mostra nasce con l’intento dichiarato — secondo le curatrici — di «restituire la forza di un percorso che non si esaurisce nell’opera più nota».
E in effetti l’esposizione invita a guardare Pellizza non come a un “one-masterpiece artist”, ma come a un creatore complesso, sperimentatore, capace di unire tecnica, sensibilità sociale e linguaggio poetico.

In questo senso, la GAM — che già custodisce “Il Quarto Stato” nella sua collezione permanente — diventa luogo ideale per ripercorrere una parabola artistica che spazia dal realismo al divisionismo, passando per simbolismi e riflessioni sull’identità, sulla luce, sulla condizione umana. 

Lo stile di Pellizza da Volpedo: la luce come architettura morale

Parlare dello stile di Giuseppe Pellizza da Volpedo significa entrare in un territorio in cui la ricerca tecnica e l’idealismo si fondono fino a divenire inseparabili. La sua pittura non è mai mera rappresentazione, ma costruzione etica della realtà, un tentativo di dare ordine, chiarezza e dignità al mondo attraverso la luce.

Divisionismo come metodo, non come tecnica

Sebbene Pellizza rientri tra i protagonisti del divisionismo italiano, la sua adesione al movimento non è mai programmatica né funzionale alla moda del tempo.
Per lui, la scomposizione cromatica in piccolissimi tocchi diventa una grammatica rigorosa, uno strumento di precisione quasi scientifica per ottenere:

  • luminosità strutturata;
  • vibrazione dell’atmosfera;
  • equilibrio matematico tra ombra e chiarore;
  • un’armonia che sfiora la dimensione morale.

La luce non è più semplice fenomeno ottico: diventa la trama stessa del mondo.

Il naturalismo trasfigurato

Nei paesaggi e nelle scene rurali, Pellizza adotta un naturalismo disciplinato, misurato, mai pittoresco. Le colline di Volpedo, i campi, i ponti e le figure contadine sono costruiti con un senso di ordine geometrico: linee essenziali, volumi puri, composizioni in cui il dettaglio è presente, ma integrato in una visione globale.
È una natura osservata con fedeltà, ma trasfigurata dalla luce, che la rende più vera del vero, come se la realtà stessa si elevasse a simbolo.

La monumentalizzazione del quotidiano

Una delle cifre più riconoscibili dello stile di Pellizza è la capacità di trasformare scene semplici — lavoratori, madri, fanciulli, contadini — in immagini di maestà civile.
Il suo realismo è, in realtà, un realismo morale: i soggetti popolari non sono più figure marginali, ma diventano emblemi di dignità universale.
Le composizioni si dispongono secondo assi orizzontali e verticali, quasi architettonici, che danno a ogni volto e gesto un’aura di solennità.

Il rigore costruttivo

Pellizza costruisce le sue opere come un architetto:

  • studi prospettici minuziosi,
  • griglie geometriche sottostanti,
  • studi preparatori infiniti,
  • una calibratura ossessiva della luce naturale,
  • un uso ponderato del colore come forza strutturante.

Il risultato è una pittura che appare insieme vibrante e solida, emozionale e insieme sorretta da una disciplina ferrea.

Simbolismo e impegno civile

Negli anni maturi, la sua arte assume una dimensione quasi parabolica: il divisionismo si carica di significato morale, e la luce diventa il tramite per visualizzare idee di progresso, unità sociale, speranza collettiva.
In questa direzione si inserisce Il Quarto Stato, culmine non solo della sua produzione, ma di un’intera stagione culturale italiana: una tela in cui la tecnica divisionista, l’impianto compositivo e il messaggio etico si fondono in un unico, irripetibile organismo.

Perché visitarla — e come

  • Per il pubblico milanese e internazionale: un’occasione rara e preziosa di immergersi nella produzione complessiva di un maestro dell’arte italiana tra Otto e Novecento.
  • Per gli studiosi e gli appassionati: la mostra offre uno sguardo critico sull’evoluzione tecnica e stilistica di Pellizza, andando oltre la mitizzazione di un solo capolavoro.
  • Contesto e valori attuali: in un’epoca di crisi e diseguaglianze, il messaggio di Pellizza — di dignità, collettività, luce come verità — riacquista una forza quasi profetica.

Dove: GAM – Galleria d’Arte Moderna, Via Palestro 16, Milano (Villa Reale)
Quando: 26 settembre 2025 – 25 gennaio 2026 ticket.it
Orari: da martedì a domenica 10:00–19:00 (mercoledì/giovedì aperto fino alle 21:00) gam-milano.com

Un invito alla contemplazione — e alla riflessione

In un momento in cui l’arte spesso si misura con nuovi linguaggi e provocazioni, Milano celebra Pellizzza da Volpedo con :  “Pellizza da Volpedo. I capolavori” ci ricorda il potere eterno della pittura — intesa come ricerca estetica, impegno civile, e poesia visiva.

E invita ciascuno di noi a guardare al passato con occhi nuovi, per ritrovare nella luce di ieri la bellezza e la speranza di oggi.


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